AMICIZIA TRA GATTI? POSSIBILE MA NON SCONTATA!
Spesso si tende a pensare che il proprio micio ‘figlio unico’ si annoi da solo e quindi si adotta un compagno/a di giochi per renderlo felice. Ma non è così scontato, o meglio, non sempre gli si affianca il conspecifico giusto.
L’etologia dà una risposta in questo senso: il gatto è un soggetto sociale non obbligato, è un solista, non è collaborativo (salvo casi di cure parentali tra femmine con cuccioli), né concertativo (a volte possono affrontare un predatore in gruppo ma perché hanno avuto la stessa idea contemporaneamente, non per effettiva concertazione) e nemmeno tra fratelli è scontata l’affiliazione dopo la pubertà. Magari non mettono in atto aggressioni o risse plateali (anche se qualche piccola azione di ‘mobbing’ per impedire al coinquilino l’accesso alle risorse o a certi spazi è già un indizio), ma questo non significa che stiano bene insieme.
A volte anche il ‘solo tollerarsi’ è fonte di stress a lungo andare, specialmente se costretti ad una convivenza in casa, senza possibilità di uscite esterne o in presenza di conspecifici di età molto diverse. A volte, quando muore il coinquilino, il gatto rimasto solo sembra più bisognoso di coccole da parte dell’umano: questo può essere un segnale che prima non poteva avvicinarsi in quanto l’umano era di ‘proprietà’ dell’altro felino di casa. Esistono, per contro, casi di autentica amicizia tra gatti. Il grooming reciproco (ovvero le leccatine affettuose), il dormire a contatto di muso, i giochi e le posture rilassate sono inequivocabili segni di affiliazione.
Non vi resta che osservare attentamente i vostri gatti di casa e, qualora notiate qualcosa di strano, contattarci per una consulenza!